Il gas naturale copre circa il 15 per cento del fabbisogno energetico della Svizzera ed è usato principalmente per riscaldare le abitazioni e cucinare - circa 300 000 nuclei familiari si riscaldano con il gas - così come nell'industria e nell'artigianato. La Svizzera è uno dei Paesi europei con un consumo relativamente basso di gas naturale.

La Svizzera non ha né giacimenti propri di gas naturale né grandi capacità di stoccaggio. I consumi devono quindi essere coperti al 100 per cento dalle importazioni. Le compagnie del gas svizzere si procurano il gas naturale nei paesi limitrofi dell'area UE. Circa la metà del gas naturale importato proviene dalla Russia. Situato nel cuore dell’Europa, il nostro Paese dispone di una rete di condotte capillare, ben integrata nel sistema di gasdotti europeo. Il gasdotto tra la Germania e l'Italia può anche essere usato in entrambe le direzioni.
In Svizzera è prettamente il mondo economico che si occupa dell'approvvigionamento di gas. Il governo federale interviene a titolo regolatorio quando l'economia non è più in grado di contrastare una carenza di gas con le proprie risorse. In tal caso spetta all'Approvvigionamento economico del Paese (AEP) prepararsi e adottare i provvedimenti necessari.
Misure adottate dall'AEP in caso di penuria di gas
In una situazione di penuria, il gas rimane disponibile ma in quantitativi troppo limitati. Pertanto, in un primo tempo la Confederazione invita i consumatori, tramite appositi appelli, a ridurre volontariamente il consumo di gas; nel contempo può imporre alle aziende con impianti bicombustibili di passare dal gas all'olio da riscaldamento.
I contingenti riguardano innanzitutto tutti gli impianti che non rientrano nella categoria dei cosiddetti consumatori protetti. Questi ultimi invece comprendono le abitazioni private, i servizi sociali di base (escluse l'educazione e la pubblica amministrazione) e gli impianti di teleriscaldamento per le abitazioni private e i servizi sociali di base. Questi ultimi comprendono anche gli ospedali, gli enti di approvvigionamento elettrico/idrico e le organizzazioni di primo intervento.
I nuclei familiari ne risentirebbero direttamente solo in una terza fase, e a quel punto dovrebbero ridurre i consumi di gas. Ciò significherebbe che il riscaldamento e quindi spesso anche l'acqua calda non sarebbero più disponibili 24 ore su 24.
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Ultima modifica 09.03.2023